ETF MERCATO AZIONARIO RUSSO

Solo per cuori impavidi.

Ieri abbiamo assistito ad un ulteriore aggravamento della crisi russo ucraina. Oppure no?

Solo le prossime ore e giorni ci diranno come evolveranno le cose.

Un dato di fatto invece è che le borse, dopo una brutta apertura legata alla notizia del riconoscimento da parte del presidente russo Vladimir Putin delle due province indipendentiste del Donbass nell’est Ucraina e all’invio di militari nelle stesse con funzioni di pace, nel corso della giornata le borse hanno interamente recuperato il terreno perso in apertura.

Stamattina le borse asiatiche sono positive, quelle europee si avviano ad aprire in terreno positivo, come pure quelle americane (almeno per il momento).

Cosa sta succedendo? Come spessissimo accaduto in occasione di altri conflitti, le borse tendono a calare prima dello scoppio delle ostilità, per poi risalire allo scoppio delle stesse.

Questo perché? Esiste un detto in borsa che dice: buy the rumors and sell the news, compra sulle voci e vendi sulle notizie. Come dire, compra quando di qualcosa solo se ne parla e vendi quando ormai la cosa è certa.

In caso di conflitti armati, parrebbe valere la regola contraria. Vendi quando di guerra solo se ne parla e compra quando ciò che si temeva è ormai avvenuto.

Comportamenti analoghi delle borse si sono visti nel corso delle due guerre del golfo del 1991 e del 2003 e anche, più vicino a noi, durante la guerra del Kosovo.

La borsa russa è sicuramente la borsa più colpita dall’attuale stato di cose, a causa anche delle importanti sanzioni ad essa imposte dal mondo occidentale e non solo (anche il Giappone si è mosso in tal senso).

In considerazione di ciò la borsa russa ha perso quasi il 30% dai massimi di ottobre scorso, salvo rimbalzare in questo momento di oltre l’1,5%.

È già finito l’effetto guerra sulle borse o siamo solo agli inizi? Chi può saperlo.

Di certo l’Europa non può fare a meno del gas e del petrolio russi e la Russia non può fare a meno dei soldi europei derivanti dalla vendita di gas e petrolio all’Europa.

Pertanto ritengo che si cercherà e si troverà un accordo.

Di certo c’è che comprare qualcosa che è calato di un 30% potrebbe non essere sbagliato.

A voi ogni considerazione ulteriore.